Applicativi di IA: nuove opportunità e rischi della professione legale.

I cambiamenti legislativi e le best practices che hanno iniziato ad interessare il mondo legale, uniti alla rivoluzione tecnologica in atto, aprono le porte ad nuovo modello gestionale di ricerca dei dati e a innovativi motori di ricerca di formulari con gestione “intelligente” dei risultati,  capaci di  connettere digitalmente gli utenti (imprese e privati) con  gli operatori del diritto; tutto ciò al fine di agevolare i primi a gestire in parziale autonomia alcune fasi preliminari del processo legale, ed i secondi ad ottimizzare la loro performance professionale, con una riduzione sensibile di costi  e tempi per il cliente e il professionista,  entrambi utenti del sistema in un rapporto di reciproca utilità, dipendenza e connessione.

Al momento, lo scenario offerto dal mondo del web in materia legale ci pone di fronte a siti che si limitano a fornire un contenitore di professionisti  suddivisi per materia e/o territorio, al fine di pubblicizzarne l’esistenza: si tratta, a ben vedere, di un utilizzo limitato delle potenzialità offerte dalla rete, che si riduce, in molti casi, ad un elenco nomi e titoli di operatori del diritto. Si tratta di c.d. siti marketplace deputati a far incontrare domanda e offerta. [1].

Altri siti  propongono, invece, all’utente di predisporre online, loro tramite,  alcuni tipi di contratti su misura ed in pochi minuti (ad esempio aprire società, partite iva e costituire associazioni)  [2].

Altre esperienze mirano a fornire agli  studi legali strumenti gestionali di seconda generazione[3], oppure consentono di depositare e registrare un marchio [4] o, ancora, di generare l’atto costitutivo di società [5].

A riprova della timidezza nel settore e dello scarso sfruttamento delle potenzialità del web in ambito legale si evidenzia che, prima della pandemia, in Italia si segnalavano soltanto 21 legaltech [6].

Rispetto a questo quadro iniziale permangono, tuttavia, le ulteriori esigenze  (tanto dei privati che delle aziende) in ordine  ad una prestazione  sempre più tempestiva, ancora più diversificata, accessibile nei costi e perfettamente monitorata; un esercizio di opera professionale che solo ora, grazie ai recenti cambiamenti tecnologici e legislativi, è possibile offrire in modo ottimale.

Questa nuova opportunità, come precisato, nasce dal combinato disposto della rivoluzione digitale in atto e della IA con i cambiamenti legislativi in corso, nonché dalle richieste della magistratura in ordine alla  semplificazione degli atti giudiziari.

E’ evidente che l’azione giudiziaria (anche quella più elementare, quali i procedimenti di ingiunzione e sfratto) ancora oggi si basa su un utilizzo da parte degli operatori di forme particolarmente complesse. Il formalismo – talora eccessivo – di tali atti, che risultano difficilmente replicabili da un’applicazione di intelligenza artificiale, viene oggi messo in discussione dallo stesso sistema giudiziario nel suo complesso, tanto che si è arrivati ad incentivare gli avvocati ad utilizzare modelli più semplici. Dal canto loro, anche i magistrati, in questi casi, utilizzano spesso provvedimenti uniformi e facilmente replicabili.

Non solo, gli uffici giudiziari incominciano a introdurre modelli  che vengono pubblicizzati sul sito del Tribunale e che, se utilizzati, portano all’utilizzatore dei vantaggi notevoli.

Il 28.02.2019, ad esempio, il Tribunale di Torino ed il relativo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, allo scopo di velocizzare la procedura ed aiutare gli operatori del diritto, hanno sottoscritto un protocollo, il quale prevede la predisposizione di modelli giudiziari standardizzati nell’ambito della procedura di sfratto per morosità, con l’espressa indicazione che il loro utilizzo comporterà per l’avvocato un miglior trattamento economico in punto liquidazione spese giudiziali.

Pertanto, il professionista è incentivato ad utilizzare un formato uguale ed uniforme, garantendosi celerità e (anche) un maggiore guadagno.

L’atto proposto dal Tribunale si discosta dai precedenti e più complessi modelli in uso; invero stupisce per la sua semplicità, tanto da risultare un format a questionario di facile compilazione e, per quel che ci occupa, replicabile all’infinito  tramite forme di IA.

Tale fenomeno è potenzialmente già completo, stabile e definitivo anche per i procedimenti sommari come il ricorso per decreto ingiuntivo. I ricorsi, infatti, in molti casi sono una raccolta sintetica di alcuni documenti standard (contratto, fatture, estratto conto) con evidenza del saldo dovuto dal debitore.

Questi esempi evidenziano come il fenomeno di uniformizzazione degli atti e la loro semplificazione sia un modello irreversibile e oggi incentivato dagli organi di giustizia.

Sempre nell’ottica di semplificazione e (anche) sgravio dei Tribunali si evidenzia come vi sia una proposta di legge (numero 755/18 Senato della Repubblica), la quale prevede l’eliminazione del deposito del ricorso per decreto ingiuntivo davanti all’autorità giudiziaria competente, venendo il titolo formato direttamente dal legale del creditore.

E’ indubbio che questa proposta, non solo conferma l’intenzione del legislatore di orientare il recupero del credito giudiziale verso obiettivi e canoni sempre più celeri e semplificati, ma apre ulteriormente la strada ad un nuovo format digitale di recupero del credito in cui il vero intermediario tra il cliente e il suo obiettivo (il provvedimento giudiziale di condanna), non sarà più solo il professionista che dialoga con il Tribunale, ma sempre di più la IA.

I professionisti avranno l’interesse diretto a seguire e coltivare questa strada, in quanto avranno la possibilità di essere contattati digitalmente da un numero elevato di clienti, potranno da subito organizzare e gestire, per tramite delle IA, la fase stragiudiziale e giudiziale di recupero del credito e di sfratto con i propri clienti con una semplicità ad oggi sconosciuta ed evidenti vantaggi per il cliente ma, parimenti, anche per il professionista in termini di resa e costi del personale.

Di contro, il ricorso a tali tecnologie sottoporrà l’avvocato ad un monitoraggio  molto invasivo.

Il cliente, infatti, potrà verificare in ogni momento lo status della pratica e, soprattutto, tracciare la performance e la resa dell’avvocato in termini di percentuali di recupero, il tutto parametrato ai costi vivi sostenuti ed alle competenze legali. Questi dati consentiranno all’utente e al professionista di studiare, con l’aiuto della IA, le proprie strategie di recupero del credito e di elaborare modelli di comportamento ottimali, utili a guidare anche le future scelte di gestione del credito doverosamente improntate ad ottimizzare il rapporto tra i benefici del recupero ed i costi sostenuti per ottenerlo.

E’ certo che tale tipo di controllo della prestazione determinerà un notevole incremento dello stress del professionista, che si troverà ad operare in un settore ad alto tasso di competitività basata, essenzialmente, sulla quantificazione della sua prestazione in termini numerici, e dove avranno sempre meno spazio il fattore umano e, in alcuni casi, la qualità del lavoro.

Infine, la capacità dei sistemi appena descritti di IA di insinuarsi stabilmente nella raccolta dati forniti digitalmente dal cliente e la loro elaborazione automatica accentuerà la pretesa dell’assistito di ridurre il costo  della prestazione e, ancor peggio, per la  risoluzione di problematiche legali  ripetitive e schematiche, si arriverà (forse) a pretendere  in alcuni casi di fare a meno del professionista.

E’ evidente che anche queste tematiche andranno sviluppate all’interno del mondo dell’avvocatura allo scopo di contemperare le indubbie e variegate potenzialità dei nuovi strumenti operativi basati sull’uso di IA in ambito legale con le esigenze della professione, la quale pur dovendo necessariamente aprirsi all’utilizzo di tali strumenti per rimanere competitiva nella nuova era che ci aspetta, dovrà tutelare la professionalità che la contraddistingue, sia sotto il profilo della salvaguardia dei propri margini di libertà che sotto il profilo del mantenimento di un equo compenso.

Il tema dell’IA è ormai entrato nell’agenda del legislatore nazionale ed europeo. Esso pone questioni innanzitutto etiche e giuridiche.

Il presente articolo a cura dell’avv. Dante Fiore è un estratto del contributo scritto sul tema “Avvocati torinesi e IA” per la Commissione sull’Intelligenza Artificiale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino.

  1. Avvocatodiretto.com
  2. Lexdo.it
  3. Elibra
  4. Mark&Brand Register
  5. Costituzione s.rl.
  6. Fonte Claudia Morelli. Legaletech, un affare per pochi – III Edizione della survey basata su dati di Infocamere.

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